L’ALBERO GENIO-LOGICO installazione urbana
L’ALBERO GENIO-LOGICO INSTALLAZIONE URBANA
Dal web alla strada. L’arte trova nuovi percorsi per interagire con le persone. Nel caso di specie diviene da immateriale a materiale. Come? Attraverso la ricerca e il lavoro di Davide Bazzerla, designer veneto che come stilista ha saputo farsi notare nel mercato internazionale con il proprio marchio BZZ (selezionato per The Vogue Talents Exhibition 2010).
L’autore in questione, che intreccia le sue creazioni con ispirazioni legate all’arte contemporanea, in questo caso utilizza la sua capacità di selezionare e cogliere immagini che possono divenire icone, immagini al di là del tempo, per arrivare alla definizione della sua prima installazione urbana.
Lo fa in primis sul web. Lungo un anno seleziona 3.000 fotografie in bianco e nero, che posta sul suo blog e sul suo profilo facebook. Una ricerca visuale che si materializza poi in 3.000 fogli di carta A4 riciclabile che vengono appesi ad uno ad uno ad un acero. Dove? A Treviso, dove Bazzerla oggi vive (un po’ in questa città, un po’ nella città che negli ultimi tre anni è stata sede del suo atelier, Berlino).
L’acero, che è divenuto lo scorso 20 dicembre, giornata dell’inaugurazione, un’installazione dal titolo “Albero genio-logico”, si trova in Piazza Botter di fronte ai Musei Civici di Santa Caterina.
Sorta di première di una serie di installazioni simili che prossimamente verranno improntate in alcune città europee, l’Albero genio-logico è a cura di Giovanni Flore ed ha visto la collaborazione della Galleria XYZ di Treviso, dei Musei Civici di Santa Caterina e del Comune di Treviso.
Le immagini, derivanti dai mondi delle arti, della cronaca, del cinema, sono state unite da un filo rosso, concretamente e metaforicamente, considerato che i fogli appesi sono stati legati tra di loro e ai rami con un filo di cotone rosso e che simbolicamente sono tenute assieme dai richiami e riferimenti che evocano negli occhi di chi le guarda.
I fogli dell’installazione sono stati appesi per essere, da chi vorrà, presi e portati con sé, scelti in base alle suggestioni suscitate in ognuno. Fotografie non scattate da Bazzerla, dall’impatto visivo forte e caratterizzato, che rappresentate in questo insieme divengono altro, perdono la paternità dell’autore stesso e di chi, come Bazzerla, le ha riunite, per avere una forza d’insieme indipendente che finisce per amplificarne l’esperienza di visione.
Una volta staccate, l’Albero tornerà ad essere nudo e vulnerabile come ogni essere nel suo stato di prima purezza. Un’esperienza che ha attirato attenzione da parte di chi ha voluto partecipare e che ha altresì trovato amplificazione nei social network: da lì è partita e realmente nata.